DISFAGIA – DOMANDE FREQUENTI

Il contenuto di queste risposte si basa su un'intervista con Gaëlle GRUSSE DAGNEAUX, logopedista e formatrice francese nel campo della salute orale e dell'oralità.


DA CHE COSA E' CAUSATA LA DISFAGIA?

La disfagia è multifattoriale e non ha un'unica causa. È legata a un calo del tono muscolare, dello stato dei denti, ad aspetti metabolici (meno saliva, meno sensazione di sete), a un calo della vigilanza o anche a uno stato neurologico alterato.
Dal punto di vista ergonomico, una postura non idonea (mento in su) può favorire l'aspirazione di particelle di cibo durante i pasti, così come parlare mentre si mangia o utilizzare utensili inadeguati, come bicchieri troppo stretti o cannucce.
Per quanto riguarda il cibo, sono da evitare anche consistenze inadeguate che richiedono o uno sforzo di masticazione eccessivo, così come alimenti a maggior rischio, tipo riso o semolino.
Infine, la presenza di distrattori, come la televisione, disturba la concentrazione durante il pasto, che richiede invece vigilanza e attenzione.


COME SI TRATTA LA DISFAGIA?

Non possiamo davvero dire che la disfagia possa essere curata; tuttavia possiamo mettere in atto azioni per prevenirla, proporre adattamenti specifici e infine arrivare a valutarla e diagnosticarla correttamente.

La prevenzione implica una postura appropriata durante i pasti, nonché un contesto del pasto idoneo (nessuna distrazione), una consistenza del cibo adattata e un'attenzione particolare alla salute orale.
L'adattamento può essere effettuato modificando le consistenze proposte, in base all'evoluzione delle capacità orali e masticatorie, nonché mediante la proposta di accessori adattati: posate, bicchiere, ecc.
La valutazione e la diagnosi sono fondamentali: se necessario, è bene effettuare una valutazione logopedica su prescrizione medica ed esami endoscopici in caso di sospetti falsi percorsi.
Individuare la disfagia è fondamentale per supportare al meglio il paziente e sensibilizzare chi lo circonda.


COME AIUTARE UNA PERSONA DISFAGICA?

È fondamentale osservare e ascoltare le difficoltà della persona disfagica per sostenerla al meglio, nel rispetto delle sue scelte e della sua autonomia. L'adattamento può quindi avvenire a diversi livelli:

  • postura: postura seduta e testa estesa, tirando il mento verso lo sterno. L'assistente deve stare di fronte all'anziano o di fianco, sempre più in basso rispetto al volto della persona da accompagnare per evitare la testa in iperestensione che favorisce falsi percorsi. Non sdraiarsi per 30-60 minuti dopo un pasto, per evitare che le particelle rimaste nella parte posteriore della gola entrino nei polmoni;
  • cibo: è più comune indirizzare erroneamente i liquidi. Per prevenirlo, si possono addensare i liquidi, ma anche utilizzare aromi, bevande gassate e soprattutto molto fredde che stimolano la deglutizione. Non bere tutto il bicchiere per evitare un movimento di iperestensione della testa. Per i cibi solidi, è possibile offrire leganti e salse, in modo da lubrificare il più possibile il bolo. Si può anche iniziare il pasto con uno yogurt fuori frigo, perché il freddo può ridurre il riflesso del vomito e stimolare il riflesso della deglutizione. Può anche diventare essenziale rivedere la consistenza dell'alimento (frullarlo) o considerare gli alimenti a consistenza modificata;
  • contenitori: in collaborazione con un terapista occupazionale, si possono proporre bicchieri dentellati o anche posate ergonomiche per una migliore presa, piatti con fermi per afferrare meglio il cibo e altri accorgimenti che possono rendere il pasto più comodo, più piacevole e quindi ridurre apprensione pur mantenendo l'autonomia;
  • durata dei pasti: è bene pensare a frazionare l'assunzione di cibo, se i pasti lunghi si rivelassero troppo faticosi.


"STRADA SBAGLIATA" NELLA PERSONA ANZIANA: COME GESTIRLA?

In caso di "strada sbagliata, se l'anziano tossisce e ha tono, questi sono segnali positivi.
In questo caso è importante incoraggiarlo a tossire e a deglutire la saliva. Si faccia attenzione a non offrire da bere, perchè questo potrebbe portare a una nuova strada sbagliata. È invece possibile rimuovere il cibo ancora presente in bocca.

In caso di strada sbagliata asfissiante, bisogna esercitarsi nella manovra di Heimlich.
Se la persona ha difficoltà a respirare e inizia a cambiare colore, è necessario chiamare i soccorsi il prima possibile.
Attenzione: è sconsigliato dare pacche sulle spalle a una persona anziana!


PERCHE' LA PERSONA ANZIANA PUO' INTRAPRENDE LA "VIA SBAGLIATA"?

L'invecchiamento è associato a una diminuzione della forza muscolare e a un declino della percezione sensoriale. Così come gli anziani soffrono frequentemente di presbiopia o presbiacusia, così possono soffrire di presbifagia che corrisponde a un disturbo del meccanismo della deglutizione.
La deglutizione è un atto che coinvolge tutto un apparato muscolare, organico, funzionale, ma anche metabolico e neurologico. In età avanzata la saliva diventa più rara, la dentatura a volte è incompleta, e la masticazione è di conseguenza meno operativa. Si ha quindi una relativa alterazione della sensibilità gustativa orale, ma anche del meccanismo della deglutizione.
Questa fragilità dell'anziano a deglutire e a spingere normalmente il bolo alimentare può essere accentuata da patologie associate (Alzheimer, Parkinson, ecc.) e/o dall'assunzione di farmaci.


QUALI SONO LE COMPLICANZE DI UNA "STRADA SBAGLIATA"?

La via sbagliata è la conseguenza di un disturbo della deglutizione e può portare alle seguenti complicanze:

  • infezioni polmonari per inalazione ripetuta di particelle o secrezioni alimentari;
  • stato febbrile o piretico, anche lieve;
  • polmonite;
  • morte.

Da non trascurare il fatto che i percorsi sbagliati possono causare nell'anziano uno stato di stress molto elevato, caratterizzato da apprensione per l'alimentazione, dimagrimento, denutrizione e deterioramento dello stato di salute generale.
Le "strade sbagliate" possono quindi incidere in modo significativo sulla qualità della vita degli anziani.
Ricorda: è importante monitorare sempre la curva del peso in una persona anziana.
Attenzione: le strade sbagliate possono essere invisibili e silenziose, ma avere comunque conseguenze significative sullo stato di salute: stanchezza cronica e perdita di peso.


DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE

QUALI MODI ESISTONO PER SUPERARE I DISTURBI DELLA DEGLUTIZIONE?


Dopo un test di screening ed esami più approfonditi (prescrizione medica, valutazione logopedica ed esami endoscopici), il logopedista effettuerà una valutazione generale: valutazione delle capacità orali, pratiche masticatorie e consistenze adattate.
Se necessario, il logopedista assicurerà una riabilitazione al fine di mantenere le funzioni orali, garantendo al contempo il comfort quotidiano del paziente nella sfera orale.
Infine, per aiutare la persona e i care giver, è importante sensibilizzare e comprendere i meccanismi della deglutizione e dei suoi disturbi nonché le "tecniche di alimentazione sicura", che consentono di limitare il rischio di percorsi sbagliati e di favorire il comfort, pur mantenendo il piacere del pasto. Si tratta principalmente di:

  • posizionare correttamente la persona (posizione seduta, mento rivolto verso il basso, evitando distrazioni) e l'assistente (fronte all'anziano o di lato, sempre più in basso rispetto al volto della persona da accompagnare);
  • adattare il cibo (consistenze adattate, bevande con aromi, frizzanti e fresche, possibili idee pasto con il consiglio di un dietologo e l'accordo del medico) e le stoviglie (forme di vetro, posate);
  • incoraggiare la persona a prendersi tempo, a non parlare mentre mangia, a svuotare lo spazio intraorale con un giro della lingua dopo il pasto per controllare che non ci siano residui di cibo, e soprattutto a rimanere seduta almeno 30 minuti dopo il pasto per limitare il reflusso o il rigurgito. Fare attenzione a non incoraggiare a bere per sciogliere i solidi;
  • prendersi cura della propria igiene orale con appositi bastoncini che si possono procurare in farmacia o con un impacco semplicemente imbevuto di acqua a cui è stato aggiunto un po' di dentifricio. Se il liquido è possibile, si può usare uno spazzolino convenzionale o elettrico con un po' di dentifricio, ricordandosi di lavare bene la dentiera prima dell'ammollo.


PERCHÉ GLI ANZIANI HANNO PROBLEMI DI INGESTIONE?

Gli anziani vedono diminuire il loro metabolismo con minore salivazione, muscoli meno tonici, denti più fragili (il 60% degli over 65 ha problemi ai denti: protesi, denti incompleti, ecc.) che compromettono notevolmente la masticazione e, di conseguenza, la deglutizione.
Gradualmente si può verificare un peggioramento delle condizioni generali con denutrizione e disidratazione, perché l'anziano sente meno i bisogni fisiologici, diminuisce la sensazione di fame, le forze e la voglia di mangiare.
A questo si possono aggiungere problemi cognitivi, anche depressivi, che possono incidere sulla qualità della vita.
Anche le percezioni sensoriali ne risentono e l'anziano può sperimentare una perdita di senso per il cibo, in quanto meno stimolato da sapori e odori.
È anche importante ricordare che il transito diventa sempre più lento con l'età con un disturbo della motilità intestinale, transito che può essere disturbato anche dagli effetti collaterali di numerosi farmaci con l'età.


QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DEI PROBLEMI DI DEGLUTIZIONE?

Ci sono molte cause di disturbi della deglutizione. Oltre all'invecchiamento, che può essere associato alla presbifagia, situazioni di disabilità o disabilità multiple sono spesso legate a disturbi della deglutizione. Anche un ictus può causare problemi, così come le malattie neurologiche/neurodegenerative. Si noti che i disturbi psicologici possono anche essere un fattore predisponente per i problemi di deglutizione.


COME AIUTARE UNA PERSONA A DEGLUTIRE?

Per aiutare una persona a deglutire è importante offrirgli una postura adeguata, un clima sereno e tranquillo, senza distrazioni, incoraggiandolo a prendere piccoli pezzi, a masticare a destra e a sinistra (se ne ha ancora le capacità) e sentire il cibo che ingerisce.
Attenzione, si raccomanda di non accendere la televisione durante il pasto, in quanto è un grande distrattore. La televisione posta in alto rappresenta un pericolo maggiore, perché incoraggia ad alzare la testa e quindi ad adottare una postura a "mento sollevato" che favorisce il rischio di percorsi sbagliati.
Non esitare a offrire spezie o leganti se necessario. Infatti, più il cibo è insipido e secco, più difficile sarà deglutirlo.
Se la persona avverte delle difficoltà, è importante offrirle un'attenzione adeguata alla sua difficoltà, alla sua percezione, possibilmente adattando le consistenze dei cibi. Fai attenzione a evitare soprattutto le consistenze che rappresentano un problema, in particolare gli alimenti che si dice siano a maggior rischio, come il riso o la semola.


QUALI SONO LE CONSEGUENZE DI UNA CATTIVA MASTICAZIONE?

La masticazione è l'azione di macinare il cibo, con il coinvolgimento della lingua che dirige il cibo prima a destra e poi a sinistra in modo che la macinazione avvenga in modo efficiente ed equilibrato, prima di spingere il bolo alimentare così formatosi nello spazio faringolaringeo.
Masticare è un atto complesso che coinvolge molte funzioni orofacciali. Con l'età, il tono diminuisce e la masticazione è meno efficiente, quindi alcuni pezzi, alcune trame possono sfuggire alla forza masticatoria e quindi passare nell'istmo della gola e ostruire le vie respiratorie. L'alterazione della masticazione può quindi essere causa di falsi percorsi più o meno importanti, che talvolta possono essere silenti, cioè non accompagnati da tosse.
Una cattiva masticazione può anche interrompere il transito intestinale, perché anche il cibo mal ingerito sarà mal digerito. Ciò può causare dolore gastrico, gonfiore o persino reflusso. Questi numerosi inconvenienti digestivi possono anche aggiungersi all'ansia associata all'ora dei pasti.
Inoltre, la capacità masticatoria è legata all'attività cognitiva e più specificamente alla memoria. Diversi studi hanno dimostrato che la stimolazione masticatoria riduce gli effetti dello stress e sarebbe utile per preservare la funzione cognitiva. È quindi importante preservarlo e mantenerlo il più a lungo possibile nella persona anziana che vede diminuire anche le sue funzioni cognitive superiori.

 

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